I nostri oceani sono in pericolo. Poche storie.
Ne siamo tutti consapevoli.
In base alle stime correnti gli oceani contengono oltre 165 milioni di tonnellate di plastica e, se entro il 2025 non verranno attuate strategie efficaci contro l’inquinamento marino, gli oceani conterranno 1,1 tonnellate di plastica ogni 3 tonnellate di pesce fino ad arrivare al sorpasso della plastica sui pesci entro il 2050.
Il problema non riguarda esclusivamente le confezioni monouso, ma anche le microplastiche contenute nei prodotti. Per affrontare questo problema esistono delle soluzioni valide già adesso ed altre molto promettenti che potranno essere attuate nei prossimi anni. Per capire come siamo arrivati a questo punto, dobbiamo però fare un passo indietro.
"Tra i grandi colossi, Almacabio è stata presa a metro di paragone per quando riguarda la categoria dei detergenti ecologici. Grazie allo sviluppo di formule a basso impatto ambientale dal 1974, tutti i prodotti Almacabio risultano avere lo 0% di microplastiche utilizzate."
Indice
Detersivi per il bucato: come si faceva "una volta"
Cosa utilizzavano le persone prima dei moderni detersivi che troviamo al supermercato?
I detersivi che conosciamo, in formato liquido o polvere, non hanno alle loro spalle una storia così lunga: per quasi tutto l’800 si usava solo cenere (contiene carbonato di potassio che “brucia” lo sporco grasso), sali ed estratti di piante (la cosiddetta saponaria, ha un potere schiumogeno discretamente efficace) e tanto tanto olio di gomito.
Se ben miscelati, questi ingredienti erano in grado di rimuovere lo sporco grasso e donare un profumo piacevole agli abiti lavati – la verità è che i tessuti erano così sporchi che anche solo un risciacquo dava loro un aspetto molto più pulito. Anche lo stesso Sapone di Marsiglia conteneva cenere ed altri grassi animali o vegetali che aiutavano nella pulizia.
Insomma, lavare era un vero incubo: strofinare, raschiare, sciacquare, spazzare, più e più volte.
Per questo, l’introduzione dei moderni detersivi industriali fu accolta come qualcosa di rivoluzionario. Grazie a sostanze chimiche molto efficaci, si riuscivano ad ottenere buoni risultati in un tempo molto breve.
Detersivi senza microplastiche
Anzitutto, partiamo dal "cuore" del problema, ovvero dal contenuto dei detersivi.
Un'indagine condotta da Greenpeace Italia e pubblicata a luglio 2020 mostra che il 23% dei detersivi presi in esame (ben 427 su 1.819), tra quelli presenti sugli scaffali dei punti vendita italiani, contiene almeno un ingrediente in plastica – ed in Europa non è molto diverso.
Infatti, nonostante esista dal 2018 una proposta volta al divieto di queste sostanze, è possibile by-passarla facilmente inserendole in formato liquido anziché solido.
Perché le microplastiche sono contenute nei detersivi?
L’aggiunta di microplastiche e di altre materie plastiche (polimeri e copolimeri) in forma solida, liquida o semisolida, serve a garantire alcune funzionalità. Ad esempio:
- nei detergenti con microplastiche solide, per garantire un potere abrasivo;
- nei detergenti (per tessuti) con fragranze, per formare una pellicola che avvolga le gocce di profumo in minuscole capsule, garantendone così il lento rilascio;
- nei detergenti per garantire un effetto antischiuma (evitare l’eccessiva produzione di schiuma del prodotto) oppure opacizzante (sulle superfici o sulla pelle);
- all’interno di alcuni prodotti, per ottenere il giusto grado di viscosità del prodotto o per formare uno strato protettivo.
Per la maggior parte di queste sostanze sono disponibili poche informazioni riguardo il loro comportamento una volta rilasciate nell’ambiente, i loro possibili effetti sugli organismi acquatici e, in generale, il loro impatto ambientale.
È, dunque, evidente che questa tipologia di materie plastiche presenti nei detergenti viene rilasciata nell’ambiente attraverso gli scarichi domestici e che, in generale, la loro persistenza e scarsa biodegradabilità potrebbe produrre un inquinamento destinato a durare per decenni.
Risolvere questo problema è sufficientemente semplice: acquistare detersivi e detergenti senza microplastiche. Questo non solo è possibile, ma anche eco-sostenibile: le alternative "senza" non hanno nulla da rimpiangere in confronto ai prodotti che le contengono.
È consigliato, quindi, scegliere i detergenti ecologici che, possibilmente, siano impegnati anche in un processo di certificazione da parte di un ente esterno.
Per farti un'idea sui prodotti senza microplastiche, puoi dare uno sguardo allo stesso report redatto da Gereenpeace Italia.

Soluzioni Plastic Free
Per quanto riguarda il confezionamento, le attuali alternative al packaging in plastica, o alla sua riduzione, sono essenzialmente 4:
- aumentare la concentrazione dei prodotti;
- riutilizzare più volte il flacone riempiendolo di volta in volta alla spina;
- rimuovere la componente dell'acqua dalla formula rendendo il prodotto solido/"liofilizzato";
- utilizzare un packaging in cartone o completamente biodegradabile.
Ogni soluzione ha i suoi pro e contro.
Inoltre, dobbiamo essere sinceri: in Almacabio alcune soluzioni, che oggi vengono proposte come rivoluzionarie, sono già state sperimentate anche 20 o 30 anni fa. Al tempo non ebbero successo perché la tematica ambientale era, purtroppo, ancora molto poco sentita.
Oggi la sfida ambientale viene considerata più seriamente. In verità, però, nonostante il gran parlare, la spesa in detersivi ecologici non arriva ancora all'1% della spesa totale per questo genere di categoria.
Attualmente, dunque, la sfida più grande per supportare un cambiamento ecologico reale sarebbe che almeno 1 famiglia su 10 sostituisse parte dei propri prodotti con delle alternative ecologiche.
Vediamo, però, adesso le alternative sopra menzionate ed i piani di Almacabio per il presente ed il futuro.
1. Detersivo concentrato
Anzitutto, è importante aumentare la concentrazione dei prodotti (in particolare quelli bucato e stoviglie) in modo che con ogni flacone sia possibile fare un numero di lavaggi maggiore. Questo è possibile rimuovendo dal prodotto alcuni ingredienti non utili all'azione pulente.
I detersivi convenzionali, infatti, hanno al loro interno delle materie prime "inerti" che servono a rendere il prodotto più bello da vedere (più cremoso, perlato, ecc.) oppure semplicemente a fare volume (così si ha l'impressione di averne comprato di più ed aver "fatto un affare").
I nostri detergenti da Bucato, ad esempio, fanno in media 28 lavaggi per litro. In questo modo, a fronte di qualche Euro speso in più, è possibile però lavare di più e alla lunga risparmiare (per le nostre tasche e per l'ambiente).
Scarica l'app e con il nostro negozio tascabile potrai acquistare i tuoi prodotti ecologici e naturali in tutta comodità. Potrai accedere all'Outlet e trovare i prodotti Almacabio scontati fino al 50%.

2. Detersivi alla spina
La seconda soluzione è quella dello sfuso. Lo sfuso è sicuramente un'ottima alternativa perché permette di ridurre l'utilizzo di flaconi in quanto, ricaricando il prodotto più volte, è possibile utilizzare lo stesso contenitore.
In Alto Adige, infatti, è possibile ricaricare i prodotti Almacabio presso alcuni punti vendita.
Il tallone d'Achille di questo sistema, però, ha a che fare con la qualità finale del prodotto. Infatti, dal momento che in alcuni prodotti ecologici, tra cui i nostri, non si fa utilizzo di conservanti, qualora il flacone non fosse perfettamente pulito, è possibile che il prodotto non garantisca sempre la stessa qualità.
Questo fatto è particolarmente importante dal momento in cui molte persone con problematiche di pelle, allergie ed irritazioni, devono far utilizzo di prodotti ecologici perché più compatibili con la loro pelle. Per questa stessa ragione anche noi abbiamo scelto di seguire solo alcuni punti vendita attorno alla nostra sede, in modo da poter supervisionare con più facilità.
Sempre riguardo a questa soluzione, è invece insostenibile il vuoto a rendere, sia da un punto economico che, soprattutto, ecologico. Il vuoto a rendere comporterebbe, infatti, da una parte, costi ed emissioni di CO2 riguardanti il trasporto dei vuoti lungo tutta la filiera.
Dall'altra, invece, riproporrebbe il problema della sanificazione e dello stoccaggio dei vuoti e dello smaltimento delle acque reflue, attività che vanificherebbero qualsiasi vantaggio ottenuto in precedenza.
Le nuove tabs lavastoviglie di Almacabio sono confezionate all'interno di un astuccio realizzato esclusivamente in cartone e le tabs sono avvolte in un film idrosolubile, rendendolo quindi un prodotto 100% privo di plastica. La nuova formula delle tabs, oltre all'ottima efficacia pulente, unisce le virtù dell'agente brillantante e del sale lavastoviglie.
3. Detersivo solido o "liofizzato"
La terza alternativa, provandola a spiegare in modo semplice, riguarda la rimozione della componente liquida dal prodotto, andando a confezionare dei panetti "solidi" oppure delle micro-tabs solubili in acqua.
Questa è un'alternativa interessante e che sta vedendo uno sviluppo interessante da due anni a questa parte. Attualmente, le formulazioni che si vedono in giro sono migliorabili, soprattutto sotto al profilo green, però l'idea complessiva è ottima perché permette di ridurre drasticamente i costi e le emissioni dovute al trasporto.
In Almacabio stiamo lavorando a delle formulazioni certificabili e speriamo di riuscire a proporre questo nuovo genere di prodotti nei prossimi mesi.
In questo modo, infatti, riusciremo a proporre un'alternativa senza plastica a quasi il 50% dei nostri attuali prodotti.
4. Packaging compostabile o in carta
L'ultima alternativa è quella di utilizzare confezioni in cartone plastic-free oppure in packaging biodegradabile e compostabile. Anche in questo caso ci sono elementi di vantaggio, ma anche alcune complessità più o meno grandi.
Ad esempio, un astuccio in cartone è possibile utilizzarlo con più facilità per determinati prodotti, come quelli in polvere, piuttosto che per altri di differente tipologia.
Siccome alcuni ingredienti dei detersivi in polvere risultano particolarmente igroscopici (ovvero assorbono l'umidità presente nell'aria), però, i prodotti che contengono queste materie prime necessitano di essere messi in confezioni in plastica per evitare che, assorbendo l'umidità, si aggreghino e diventino dei blocchi "di gesso" e non più solubili. In altri casi, invece, tramite processi di produzione innovativi, è possibile ridurre l'umidità presente sotto all'1% e quindi utilizzare astucci in puro cartone.
Proprio grazie a questo procedimento siamo già riusciti a convertire circa il 10% dei prodotti venduti attualmente da imballo in plastica a confezione in cartone, con l'obiettivo di arrivare al 20% entro la fine del prossimo anno.
Discorso a parte, invece, per i prodotti liquidi.
Attualmente non esistono flaconi per detergenti liquidi che siano biodegradabili o compostabili. Chi parla di "biobottiglia" intende il fatto che il flacone sia realizzato in bioplastica, ovvero da un derivato del bioetanolo da canna da zucchero.
Questo è, comunque, da trattare come un rifiuto in plastica e lascia aperto alla possibilità che in alcune regioni del mondo si sviluppino coltivazioni estensive di barbabietola a discapito delle foreste o di altre tipologie di coltivazione.
Va detto, però, che ne esistono anche da provenienza etica e sostenibile.
Una delle grandi novità di Almacabio per i prossimi anni sarà proprio il flacone realizzato con un materiale innovativo, da noi recentemente brevettato assieme ad un team di ricercatori PhD Universitari, prodotto a partire da scarti di filiere agroalimentari – 100% compostabile – capace contenere prodotti liquidi con diversi gradi di pH e garantire le medesime prestazioni meccaniche dei flaconi in plastica in quanto a resistenza e sollecitazione agli urti.
Il progetto di industrializzazione è in fase di start-up e ci auguriamo di introdurre la bottiglia all'interno delle nostre linee di prodotto entro il 2025.
ENTRA NELLA CASA DEL BENESSERE
Il nostro gruppo Facebook dove trovi video e post su Benessere, consigli sulla detergenza ecologica e cosmetici ecobio.
